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Alessandria, 29 marzo 1825
Torino, 27 marzo 1888

Ricorrenza: 27 marzo

E’ il dodicesimo e ultimo figlio di Luigi, marchese di Bruno, e di Carolina Sappa de’ Milanesi. Fratello minore del futuro capitano di vascello Emilio Faà di Bruno, proviene da una famiglia della nobiltà piemontese. Il suo nome completo è Francesco da Paola, Virginio, Secondo, Maria. Nel 1834, a 9 anni, perde la madre. Nel 1836 entra nel collegio dei Padri Somaschi a Novi Ligure e nel 1840 sceglie di intraprendere la carriera militare ed entra nell’accademia di Torino.

Divenuto ufficiale, viene assegnato a studi geografici e alla realizzazione di cartografia. Nel 1848 partecipa alla Prima guerra di indipendenza italiana: combatte a Peschiera e prende rilievi topografici del territorio lombardo percorso dall’esercito piemontese, per realizzare la Gran carta del Mincio (che poi fu molto utile ai piemontesi durante la seconda guerra di indipendenza nel 1859 contribuendo alla vittoria nelle battaglie di Solferino e San Martino!). Nel 1849 viene promosso Capitano di Stato Maggiore. Quindi viene inviato a Parigi, alla Sorbona, per poter approfondire gli studi matematici e astronomici. Consegue il diploma nel 1851 e nel 1853 chiede il congedo per motivi di studio.

 

Nel 1857 inizia a insegnare Matematica e Astronomia all’Università di Torino. Da allora non cessa più di insegnare, soprattutto all’università, ma anche all’Accademia Militare e al Liceo Faà di Bruno. Per le controversie fra il mondo cattolico e lo stato italiano, in quel periodo anticlericale, non viene mai nominato professore ordinario, ma diviene professore straordinario nel 1876. Pubblica vari trattati e memorie, tra cui la Théorie générale de l’élimination, in cui viene fornita la formula, che da lui prende il nome, della derivata n-esima di una funzione composta. Si dedica anche all’ingegneria, ed diviene un vero e proprio inventore: oltre a varie strumentazioni per la ricerca scientifica, nel 1856 di fronte alla cecità di sua sorella Maria Luigia progetta e brevetta uno scrittoio per ciechi. Nel 1878, poi, avvertendo la necessità di scandire i tempi della giornata, brevetta uno svegliarino elettrico.

Esegue i calcoli per la costruzione del campanile della chiesa di Nostra Signora del Suffragio, a Torino, a cui segue l’effettiva realizzazione, grazie anche alla collaborazione di Arborio Mella che aveva progettato la chiesa nel suo complesso. Si trattava, all’epoca, del secondo edificio più alto della città dopo la Mole: oltre 80 metri! Il motivo per cui ha voluto realizzare questa opera è prettamente sociale: voleva evitare che le lavoratrici e i lavoratori della città venissero ingannati sull’orario di lavoro, e aveva calcolato che un orologio di due metri di diametro, collocato sulle varie facce del campanile a 80 metri di altezza, sarebbe stato visibile in gran parte della città e liberamente consultabile da tutti.

Uomo di fede

Francesco è stato costantemente un uomo di fede. Nel periodo in cui fu militare scrisse un Manuale del soldato cristiano, da scienziato testimoniò sempre di trovare un’assoluta armonia fra la scienza e la fede, come amante della musica pubblicò una rivista di musica sacra: la Lira cattolica. Egli stesso compose melodie sacre la cui semplicità e senso di pace fu apprezzata da Franz Liszt. Fondò scuole di canto domenicali frequentate da quelle donne di servizio a cui dedicò gran parte delle sue opere. All’epoca, infatti, la situazione delle donne di servizio era molto disagevole, per non dire degradata: sfruttamento del lavoro, povertà, emarginazione erano all’ordine del giorno. Era frequente, poi, che una donna di servizio rimanesse incinta e venisse allontanata dalla famiglia. Intraprese una rete di attività in aiuto di queste persone: una delle istituzioni che fondò fu, tra l’altro, una casa di preservazione per ragazze madri. Il cardine centrale di questa attività fu l’Opera di Santa Zita fondata nel 1859. Aprì un Collegio professionale con ritiri estivi a Benevello d’Alba. La costruzione della chiesa di Nostra Signora del Suffragio alla quale abbiamo già accennato, iniziata nel 1868 nel quartiere di San Donato (il Borgo) fu a servizio di tale opera. Nacque una congregazione di suore: le Minime di Nostra Signora del Suffragio. La consegna delle mantelline alle prime postulanti avvenne nel 1869, ma le prime professioni solenni poterono avvenire solo nel 1893, dopo la sua morte, perché fu necessario attendere il riconoscimento ufficiale della Chiesa che, nel suo livello gerarchico, espresse inizialmente qualche diffidenza. Fu amico di Don Bosco, il quale operava a Torino in quello stesso periodo. Il 22 ottobre 1876 venne ordinato sacerdote. Desiderava questa ordinazione anche per seguire meglio la congregazione di suore. Attorno alla congregazione sorsero diverse opere, fra cui – fin dallo stesso anno 1868 – un complesso scolastico che esiste tuttora, con una scuola superiore che è oggi il Liceo Faà di Bruno.

Morte e beatificazione

Muore improvvisamente per un’infezione intestinale, il 27 marzo 1888, qualche mese dopo la morte di dopo Don Bosco. Subito ebbe fama di santità. Fu riconosciuto beato nel 1988, nel centenario della sua morte. Il 27 marzo è la data stabilita per la memoria liturgica del beato, che è patrono del Corpo degli Ingegneri dell’Esercito Italiano (già Corpo Tecnico).

Scritti

Mémoire sur les colonnes torses (1850)
Sullo sviluppo delle funzione. Ann. di Scienze Matem. et Fisiche di Tortoloni 6, 479, 1855
Théorie générale de l’élimination (Paris: Leiber et Faraguet, 1859)
Traité élément du calcul des erreurs avec des tables stéréotypées (1869)
Piccolo omaggio della scienza alla Divina Eucaristia (1872)
Théorie des formes binaires (1879)